Oggi sono andato a votare. Non è che lo faccia per divertimento, non provo un’orgasmo quando voto, non mi pagano per farlo. Eppure sono andato, perché credo sia importante. Ma sono certo che purtroppo non si raggiungerà il quorum, quando sono andato a votare io non aveva votato quasi nessuno. E’ un segnale grave di distanza delle persone dalla politica, politica intesa come cosa buona, come gestione della cosa comune, gestione della comunità stessa. Ma ciò che davvero è sconcertante è che alla percentuale fisiologica dei menefreghisti, questa volta, comme successo già in passato si aggiunga una percentuale aggiuntiva di indottrinati. Continue reading »
Oggi ho scritto una lettera al direttore de La Stampa, riguardante la recensione di un libro di Dawkins apparsa su Tuttolibri, l’inserto culturale che si occupa appunto di libri.
Non posso ancora linkare l’articolo in questione perchè sul sito c’è ancora il tuttolibri della settimana scorsa, ma un plauso va comunque alla loro scelta di pubblicare con licenza Creative Commons.
Egregio Direttore,
ho letto con interesse la recesione al libro di Richard Dawkins “L’illusione di Dio” anche se più che di una recensione si tratta di una stroncatura totale.
Il recensore è Enzo Bianchi e immagino si tratti del priore di Bose, non di un omonimo. Se così è mi chiedo che senso abbia chiedere la recensione di un libro di questo genere ad una persona che a Dio e alla religione ha dedicato tutta la sua vita. Si è trattato di un clamoroso errore di chi ha assegnato questo compito a Bianchi? Oppure…
“Tutti e due!” mi piacerebbe poter rispondere se qualcuno me lo chiedesse.
Invece pare che sia impossibile, almeno per il mio piccolo cervelino. Ogni volta che inizio ad usarne uno dimentico tutto quel (poco) che so dell’altro o vceversa. Ricordate il Principio di indeterminazione di Heisenberg? Di una particella non è possibile conoscere contemporaneamente posizione e velocità (detto molto semplicisticamente). Il mio cervello si comporta così con gli editors, o ne imparo uno o l’altro, non c’è modo di farli entrare entrambi.
Lo spazio, almeno quello virtuale si sta espandeno rapidamente, ormai i MByte e i GigaByte costano poco o nulla. Lo spazio quindi non è un problema, se quello reale si restinge in compenso si espande a dismisura lo spazio on-line.
Caselle di posta senza limiti, spazio per i propri siti a pochi soldi, spazio per i blog… SPAZIO… non è più l’ultima forntiera come ai tempi della gloriosa Enterprise.
Però… cosa succede al tempo? Il tempo virtuale non conosce lo stesso fenomeno dello spazio.
Il tempo al contrario è sempre di meno, nel mondo reale, dove migliaia di impegni ti pressano continuamente da quando apri gli occhi la mattina a quando cerchi di chiuderli la sera. Ma va ancora peggio nel mondo virtuale. Proprio a causa di questa espansione dello spazio si assiste ad una contrazione del tempo. Ci sono troppe cose in interenet. Molte sono cazzate, ma ci sono anche fortunatamente moltissime cose interessanti, ma il tempo per cercarle, per leggerle e soprattutto per approfondire non c’è mai. Si corre sempre da una notizia all’altra, si pilucca un po’ qui e un po’ li. Alcuni stratagemmi cercano di aiutare nella selezione. I feed sono una trovata ottima, però anche se ti permettono di selezionare le informazioni che vuoi ricevere te ne portartano sempre di più. Quante volte una notizia trovata in un feed ha un link ad un altro blog, ad un altro sito ad un “altro mondo”? E dopo aver scoperto che anche questo secondo sito è interessante… lo si aggiunge al proprio aggregatore. E così ogni giorno si aggiungono altre notizie da leggere, idee che si possono solamente sbirciare, perché… il tempo è tiranno.
Non ci resta allora che sperare nel vero web semantico, quello in cui saranno i software stessi a leggere le notizie o gli articoli e a rielaborarli creando nuova conoscenza… che verrà letta solo da altri computer.
Uno scenario apocalittico? Forse no, del resto già è così poca la gente che davvero cerca di capire, è molto più semplice un mondo “point and click”.
Perché delle ottime tecnologie non riescono a prendere piede e vengono magari dimenticate a favore di tecnologie decisamente inferiori che si diffondono in maniera globale?
E’ la solita vecchia storia del Video2000 contro VHS, o di tanti altri casi analoghi.
I “tecnocrati”, e con questa parola voglio indicare in maniera generica chi “fa” cose in ambito scientifico-tecnologico, quindi scienziati, ingenier, informatici, tecnici ecc., hanno un modo di vedere le cose totalmente diverso da quello di tutti gli altri.
Si tratta di due realtà separate. Quando sviluppate un progetto software a cosa pensate? Alle sua utilità, all’usabilità delle interfacce, all’estendibilità, alla facilità di manutenzione del codice e mille altre cose di questo genere? Continue reading »