Set 302007
 

Oggi sono andato a votare. Non è che lo faccia per divertimento, non provo un’orgasmo quando voto, non mi pagano per farlo. Eppure sono andato, perché credo sia importante. Ma sono certo che purtroppo non si raggiungerà il quorum, quando sono andato a votare io non aveva votato quasi nessuno. E’ un segnale grave di distanza delle persone dalla politica, politica intesa come cosa buona, come gestione della cosa comune, gestione della comunità stessa. Ma ciò che davvero è sconcertante è che alla percentuale fisiologica dei menefreghisti, questa volta, comme successo già in passato si aggiunga una percentuale aggiuntiva di indottrinati.

Il vescovo di Trento ha lanciato un appello sui giornali, nelle prediche e sfruttando tutti gli innumerevoli canali che la curia ha a sua disposizione, per convincere la gente a non andare a votare. Questo ricorda l’episodio ancora più triste in cui il cardinal Ruini (Nomen omen) aveva fatto un appello per l’astensione al referendum sulla legge (orribile) sulla fecondazione assistita.

Una volta votare era obbligatorio (ai referendum purtroppo no), ma sanzionare il non-voto sarebbe troppo punitivo verso il singolo cittadino, forse però dovrebbe essere introdotto il reato di “appello all’astensione”. Invitare la gente a non prendersi le proprie responsabilità, a non prendere decisioni, a fregarsene di ciò che gli accade attorno dovrebbe essere considerato un reato, tanto più grave quanto è potente chi lancia questi appelli.

Si scagliano contro Grillo e lo accusano di antipolitica, ma è solo una scusa di comodo per esorcizzare una cosa che gli fa paura, la democrazia partecipata, una democrazia in cui la gente si interessa, si preoccpua, espirme opinioni, fa addirittura delle proposte. Bisogna tener presente che Grillo si fa portavoce di una legge d’iniziativa popolare, un’opzione prevista dalla costituzione e quindi direi largamente “dentro” la politica, non certo antipolitica.

Invece nessuno ha osato parlare di antipolitica quando vescovi, cardinali e anche politici hanno fatto appelli contro il voto. Esortare la gente a NON votare non è antipolitca? Insegnare alla gente a disinteressarsi è un nuovo modo di educare? Ovviamente si nascondono dietro un’alibi che fa acqua da tutte le parti. Ti raccontano che anche non votare è scegliere, che è un loro dritto. Ma non votare è solo un modo subdolo per vincere quando si è in minoranza. Aggregarsi alla già tristemente alta percentuale dei disinteressati per invalidare il risultato di un referendum è solo paura e cattiva coscienza. Sfruttare la pigrizia e la dabbenaggine della gente è una cosa vergognosa ed immorale e tanto più schifosa se a comportasi inquesto modo sono politici e prelati, le due categorie che vorrebbero ergersi a modello, a guida.

Posso tranquillamente accettare posizioni contrarie alle mie, ma coltivare disinteresse e mancanza di responsabilità è un comportamento assolutamente deprecabile che trovo inaccettabile e pericoloso.

Attenzione, una popolazione di rimbecilliti che non decide, non si informa, non pretende di sapere è il paradiso per tutti i potenti, laici o meno che hanno tutto da guadagnare nel poter fare i loro affari senza che nessuno ne chieda loro conto.

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