Wiliam Shaw si alzò, lo fissò negli occhi inarcando le sopracciglia folte e scure, afferrò il manoscritto e lo sbatté sulla scrivania. Don Tellerman spalancò la bocca, quel plico di fogli maltrattati era il suo manoscritto. Quel colpo era uno sparo alla tempia delle sue speranze. Shaw digrignava i denti continuando a fissarlo, le pupille ristrette, le sue narici fremevano. Don deglutì, fece per parlare, ma Shaw alzò una mano intimandogli di tacere, poi espirando profondamente si risedette sulla poltrona.
“Don, Don, che ti è successo?” Shaw sorrise, ma quei solchi fra le sue sopracciglia aggrottate continuavano a preoccupare Tellerman. “È il terzo racconto che mi tocca rifiutarti. Cosa ti salta in mente?” il dispiacere nella sua voce era commovente, ora avrebbe dovuto cercare qualcos’altro per riempire quel buco di 5 pagine su “Fantastic world” e come Tellerman sapeva avrebbe dovuto ricorrere a qualche scrittore che si faceva pagare più di lui. Shaw era un editore che amava l’arte, quella che preferiva era l’arte di sottopagare gli autori. Continue reading »
Feb 242014