Gli attentati a Parigi della notte scorsa hanno colpito duramente. Il terrorismo islamico ha scelto come obiettivo una delle città più simboliche dell’occidente. Ciò che è accaduto mi ha fatto riflettere a fondo su molte cose. La prima riflessione riguarda la possibilità di comprendere realmente ciò che è accaduto e quali ne sono le cause. Credo che per me, in quanto non credente, sia impossibile comprendere davvero accadimenti di questo tipo. Gli atei razionalisti, nelle cui fila mi riconosco, non hanno la possibilità di capire cosa muove gli attentatori. Leggevo questa mattina sulla bacheca Facebook di un gruppo dichiaratamente ateo una breve riflessione in cui si diceva che la religione è solo il mezzo per fomentare odio, non il fine. Di solito è la prima cosa che si dice quando accadono cose di questo tipo, si vede la religione come uno strumento per manovrare le persone e ci si immagina che i burattinai siano dei cinici che nulla hanno a che vedere con la religione. La usano, ma ne sono lontani.
Da non credente è la visione che ho anche del cattolicesimo. Il vaticano usa la religione per soldi e potere, ai capi non frega nulla di Dio, sono solo furbi. Il cardinale Bertone con i suoi superattici e l’abate di Montecassino con i suoi appartamenti, i viaggi e i festini a base di droga confermano in pieno questa visione. I pastori se ne stanno al vertice, non credono affatto in quello che predicano, simulano solamente per farsi obbedire dalle pecorelle. Ma è davvero così? Probabilmente è vero nel caso di Bertone e dell’abate, ma vale per tutti i vertici della chiesa? Il tanto osannato Papa Francesco è anche lui un simulatore o crede sinceramente in ciò che rappresenta? Una volta ho letto una cosa su Papa Wojtyla che mi ha sconvolto. Pare che si autoflagellasse come pratica ascetica. Mi sono chiesto, ma allora ci credeva davvero o sono solo rivelazioni inventate di sana pianta per rafforzare una certa immagine? Sono certo che tutti i cattolici che leggeranno queste righe saranno pronti a dichiarare che il Papa e i vertici della chiesa sono credenti sinceri.
Ma allora perché pensare che non sia lo stesso per i vertici del terrorismo islamico? Perché qui si deve trattare per forza di astuti manovratori che usano la religione senza crederci? Da ateo mi risulta difficile accettare che degli esseri umani possano credere a un così elevato livello di ciò che per me sono stupidaggini. Ma comincio a pensare di sbagliarmi. La religione è un mezzo, certo, ma è anche una causa e un fine. Non è vero che le cause sono sempre altrove e questo vale per tutte le religioni e le loro stragi. Ci sono molte altre concause, sicuramente. Interessi economici, equilibri internazionali, ma la religione è una delle cause. E va tenuta in mente se si vuole provare a capire. Capire è il primo passo per una risposta razionale, l’unica risposta che possa portare a un progresso.
E qui si innesta la seconda riflessione. L’occidente è progredito, sia tecnologicamente che socialmente non grazie al cristianesimo, ma nonostante il cristianesimo. Ogni progresso si è sempre concluso con un’avanzata della ragione e un arretramento della religione. Non sto pensando solamente a Galileo o Darwin, i due esempi forse più facili. Sto pensando anche all’invenzione della stampa e al primo libro stampato da Gutenberg, la Bibbia. Sembra un controsenso, ma non lo è. Gutenberg ha trasportato la Bibbia dalla dimensione della fede a quella della conoscenza. Infatti la diffusione della Bibbia era malvista da parte della chiesa. Grazie a Gutenberg la gente, almeno quelli che sapevano leggere, era in grado di leggere laBbibbia, potevano possederne una copia e averne una conoscenza diretta, non mediata dal clero. Non per nulla la diffusione della Bibbia conseguente all’invenzione della stampa è considerata una delle cause della riforma protestante. Lo stesso discorso vale anche per tutte le innovazioni sociali. La rivoluzione francese e l’illuminismo sono i padri della società moderna e delle idee di libertà, uguaglianza, fratellanza. Il clero non stava certo dalla parte dei rivoluzionari.
Ecco perché qualsiasi vittoria militare dei terroristi islamici rappresenta allo stesso tempo una loro sconfitta. Perché i terroristi usano armi e tecnologie occidentali, frutto proprio di quel progresso della ragione che lentamente si fa strada fra superstizioni e credenze. Il kalashnikov usato dai terroristi è un arma di progettazione russa, realizzata nel 1947. Secondo Wikipedia “Negli anni 2010, a oltre sessant’anni dalla sua prima realizzazione, l’arma si posiziona tra quelle più usate (se non la più usata) nel mondo, grazie alle sue doti di affidabilità, economicità, facilità d’uso.” Il suo progettista era un ingegnere, non un religioso. Possiamo considerare un ingegnere come il rappresentante della conoscenza applicata. Conoscenza raggiunta non tramite visione mistica, ma tramite l’osservazione e la sperimentazione, in pratica tramite la scienza. Ma ancora più significative sono le modalità con cui i terroristi rivendicano gli attentati e reclutano nuovi adepti. Fanno un grande uso di video, internet, apparecchiature elettroniche. Ogni loro azione è un’ode alla civiltà occidentale. Non capire che tecnologia e libertà di pensiero vanno di pari passo è uno sbaglio enorme. Scienza e tecnologia non possono esistere con una teocrazia oppressiva. Solo la libertà di pensiero permette la nascita di nuove idee e con esse il progresso del genere umano.