Quando si potrà vedere a Trento una cosa di questo tipo? A Genova, dal 4 febbraio, due autobus porteranno sulle fiancate i manifesti di una campagna a favore dell’ateismo.
Anche se ho un obiezione alla frase scritta sul bus, perché dovrebbe essere una cattiva notizia il fatto che Dio non esiste?
Immagino che si scateneranno polemiche su polemiche. Mi sono chiesto anch’io se abbia senso un’iniziativa di questo genere. E mi sono risposto di si.
Ha senso. Ha senso perché è giusto che chi non crede possa rendersi conto di non essere solo. Soprattutto in questo contesto storico in cui il Vaticano sta ri-invadendo l’Italia, in un momento in cui tutti i partiti (anche quelli fintamente di sinistra) si inginocchiano davanti a papi, vescovi e cardinali, in un paese in cui qualunque prete si sente in diritto di dettar legge. In questo momento, in questo paese è difficile essere non-credenti. C’è bisogno di dimostrare che esistiamo, che non abbiamo paura di esistere e di parlare. Le fedi religiose hanno occasioni continue di far sentire la loro voce ed i loro richiami. Chi non crede non vuole fare proselitismo, ma solo fare pensare. E la scritta sull’autobus può essere un modo per raggiungere qualcuno che altrimenti si sentirebbe isolato, non saprebbe nemmeno che certe cose si possono dire a testa alta, qualuno può addirittura credere che non si possa nemmeno pensarle.
Ma a Trento, città feudo del principe-vescovo sarebbe possibile un cosa come quella che accade a Genova?