Finalmente ho un attimo di tempo per parlare dei primi due racconti brevi di autori italiani pubblicati da Vaporteppa, L1L0 di “Pippo Abrami” e “La Maschera di Bali” di Francesco Durigon. Entrambi i racconti sono scaricabili gratuitamente da varie librerie on line (Amazon compresa). La passione di Marco Carrara per lo Steampunk è ben nota e le prime uscite di Vaporteppa ne sono la conferma. Entrambi i racconti infatti si inseriscono a pieno diritto nel filone Steampunk. Sono dei buoni racconti, piacevoli da leggere e che non sfigurerebbero affatto in un’antologia accanto a nomi stranieri ben più noti. Se vi piace la fantascienza e in particolare lo Steampunk potete leggerli tranquillamente senza il timore di incappare in una delle tante schifezze che vengono sparse sul mercato nazionale. Complimenti agli autori in attesa di altre loro prossime fatiche creative.
Vaporteppa pubblica finalmente il primo romanzo del suo catalogo e parte in quarta con “Gli Dei di Mosca“, traduzione del romanzo “Dancing with Bears” di Michael Swanwick. Vaporteppa è il bizzarro nome dato alla nuova collana di narrativa di Antonio Tombolini Editore affidata alle cure di Marco Carrara, meglio noto come Duca di Baionette. Vaporteppa è la traduzione più o meno letterale di Steampunk, termine coniato nel 1979 dallo scrittore K. W. Jeter per indicare quel filone della narrativa fantastica dal sapore ottocentesco.
Non voglio perdermi nei meandri delle definizioni, se vi interessa saperne di più vi rimando a questo articolo del Duca, per quanto mi riguarda preferisco i confini sfumati e le contaminazioni quindi non mi azzardo a spiegare approfonditamente di che si tratta.
Mi preme però segnalare Vaporteppa, perché è un tentativo coraggioso di promuovere la narrativa fantastica di qualità in Italia. Da sempre fantasy e fantascienza sono stati considerati in Italia come generi narrativi privi di valore letterario e gli editori hanno dimostrato uno scarsissimo rispetto nei confronti del lettori. Nelle sue intenzioni Vaporteppa si propone in modo nuovo, non solo come editore, ma anche come coltivatore di nuovi talenti per far crescere in Italia una narrativa fantastica di qualità. Le premesse ci sono tutte. Ora con la pubblicazione del primo romanzo, anche se si tratta di un autore non italiano e già noto, fanno capire che fanno sul serio.
Speriamo di vedere presto sui loro scaffali, reali e virtuali, qualche buon romanzo italiano che non sfiguri accanto alle opere dei migliori autori stranieri.
Il contastorie, è il nuovo blog dedicato a storie, racconti, poesie. Si affianca a evoluzione che rimane il luogo per tutto ciò che non è racconto.
L’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti è sicuramente un fatto di enorme portata storica. Dai tempi della schiavitù al Civil Rights Act del 1964 ad oggi si è compiuta una vera e propria rivoluzione, per la prima volta un nero diventa presidente.
Ma… perché diciamo che un nero diventa presidente? Temo che anche questa affermazione sia molto più razzista di quanto noi stessi ci rendiamo conto.
Obama è figlio di un nero e di una bianca, quindi perché è automaticamente etichettato come nero? Forse tutto ciò che non è totalmente candido diventa automaticamente nero? Non è come dire forse che chi non ha puro sangue bianco, ma ha una percentuale di sangue non bianco (ma il sangue non è sempre rosso?) automaticamente non può essere considerato bianco? Obama è nero quanto è bianco eppure…
Non riesco a trovare conferme precise, ma mi par di capire che negli USA i figli nati in matrimoni misti venissero considerati comunque neri e quindi privati dei diritti civili. In questo senso l’elezione di Obama è davvero un evento di enorme portata.
Ma vorrei che venisse considerata di importanza storica per un altro motivo, finalmente dopo otto anni un uomo intelligente alla Casa Bianca. Spero che Obama possa dimostrare nei fatti di essere la persona intelligente e capace che ha dato l’impressione di essere durante tutta la campagna elettorale.
A quando un’evento di portata analogamente storica in Italia?
premessa: non odio Microsoft in quanto ditta che fa profitti, ma per come ha scelto di farli, con politiche basate spesso su sopraffazione più che competizione.
Ma oggi ho un altro motivo per “odiarla”.
Microsoft si vanta di aver portato un computer in ogni casa e di aver dato a chiunque strumenti migliori. Ma in realtà non ha creato una vera alfabetizzazione informatica, ha fatto credere che chiunque possa usare un computer e peggio ancora amministrare un sistema o scrivere software senza una vera conoscenza delle cose, basta cliccare un po’ qui e li.
Come sapranno gli affezionati lettori del mio blog ho comperato un Mac, ora il Mac, almeno da Leopard in poi può essere formattato con un filesyste case-sensitive o case-insenitive. Poiche ho il dual boot con GNU/Linux ho optato per la versione case-sensitive, per avere maggiore compatibilità.
Provo ad installare Adobe Flash (regolarmente comperato e pagato e pagato molto!!!) e scopro che non va su filesystem case-sensitive!!!!
Ora questo sarebbe inaccettabile perfino per un programma shareware da 10$, ma da un programma pagato un bel po’ di soldi si dovrebbe sperare che fosse scritto un po’ meglio.
Ora che faccio? Non riformatto di certo per installare il loro software mal scritto, vuol dire che non userò Flash (la cosa non mi sconvolge molto in realtà).
Mi viene da chiedermi quante schifezze ci saranno in un codice simile? Se poi si considera che ogni nuova release ad esempio di Photoshop va più lenta delle precedenti…
E Microsoft che c’entra? C’entra perché per anni ha cresciuto gente che si trastullava conVB facendogli credere che programmare fosse facile, che bastasse trascinare qualche bottone e qualche controllo qui e li ed ecco fatto.
E i risultati si vedono.