Wiliam Shaw si alzò, lo fissò negli occhi inarcando le sopracciglia folte e scure, afferrò il manoscritto e lo sbatté sulla scrivania. Don Tellerman spalancò la bocca, quel plico di fogli maltrattati era il suo manoscritto. Quel colpo era uno sparo alla tempia delle sue speranze. Shaw digrignava i denti continuando a fissarlo, le pupille ristrette, le sue narici fremevano. Don deglutì, fece per parlare, ma Shaw alzò una mano intimandogli di tacere, poi espirando profondamente si risedette sulla poltrona.
“Don, Don, che ti è successo?” Shaw sorrise, ma quei solchi fra le sue sopracciglia aggrottate continuavano a preoccupare Tellerman. “È il terzo racconto che mi tocca rifiutarti. Cosa ti salta in mente?” il dispiacere nella sua voce era commovente, ora avrebbe dovuto cercare qualcos’altro per riempire quel buco di 5 pagine su “Fantastic world” e come Tellerman sapeva avrebbe dovuto ricorrere a qualche scrittore che si faceva pagare più di lui. Shaw era un editore che amava l’arte, quella che preferiva era l’arte di sottopagare gli autori. Continue reading »
Il suo cuore pulsava all’impazzata, pompando furiosamente si ripercuoteva nella gola, nelle tempie, nei polsi, perfino nei polpastrelli. Camminava rasente al muro guardandosi continuamente attorno con movenze da uccello, rapidi scatti della testa seguiti da istanti di immobile fissità dello sguardo, pronto a cogliere ogni indizio di movimento. Nonostante i suoi sforzi nulla gli permetteva di capire se fosse riuscito a distaccare il suo inseguitore. Un breve fruscio, un’ombra che ai suoi occhi sembrava muoversi, un alito di vento nell’aria altrimenti immobile della notte, bastavano per provocargli nuove scariche d’adrenalina. Solo per un attimo aveva intravisto una figura stagliarsi nel chiarore lunare, poi più nulla. Vagava ormai da una decina di minuti cercando disperatamente di attirare l’attenzione di qualcuno, ma nelle stradine della periferia in cui si trovava aveva scorto solo gruppetti di individui così poco rassicuranti che aveva preferito proseguire la sua fuga solitaria. Possibile non ci fosse in giro nessuno? E tutte le lamentele che leggeva sui giornali per gli schiamazzi nei bar? Pareva che proprio quella notte tutti avessero deciso di tapparsi in casa.
Caoticamente convertito e stremato ho raggiunto
il
giunto rastremato al vertice del caos.
E lì abbandono il dono
dubbio
di un eterno ritorno
Sonny O
[Cos’è che ho detto?] – 2013
credevo di poter scordare
il tuo sorriso dispensato ad arte
per lasciarti ho voluto morire
ma mi hai riportato qua
con gesti stanchi ho scavato
la mia tomba nella terra scura
hai sollevato la mia pietra
solo per essere adorata ancora
non mi hai mai chiesto perché
forse non te n’è mai importato molto
o forse sapevi meglio di me Continue reading »
«Io non ti amo»
«E allora? Io amo te»
William Somerset Maugham
Si ritorce nella mia mente…
ritorna, ritorna sempre, si sovrappone agli altri pensieri, si accavalla ad essi, li spinge via, con la delicatezza di un alito di vento e la forza inarrestabile della marea. Un rampicante che si abbarbica ad ogni pensiero, un albero che cresce occupando lentamente tutta la mia giornata.
Davvero può essere così l’amore?
Posso io amare così? Posso esserne capace?
Io, proprio io, io che ho sempre deriso la gelosia e la stupidità di chi brama di possedere qualcuno, io che ho incontrao lei el’ho desiderata in modo così totale da diventare geloso, alla follia se non fossi già stato folle di lei, ma forse ero già folle anche prima.
Geloso dei suoi sorrisi e delle piccole rughe che facevano nascere attorno ai suoi occhi, geloso dei suoi pensieri, desideroso di esserne parte come lei fa parte dei miei, geloso dei suoi capelli, della sua voce, dei suoi silenzi. Geloso della sua pelle e dei mille percorsi sempre nuovi che le mie dita tracciavano su di lei, geloso delle sua mani, delle sue dita che volevo intrecciate solo alle mie, geloso dei suoi polsi sottili, così dolci da sfiorare con le labbra, così ribelli stretti fra le mie mani , geloso dei suoi piedi, geloso dei suoi occhi e di ciò che guardavano, geloso del suo naso, geloso perfino del suo respiro che anelavo costringere nella mia bocca, geloso di quel luogo misterioso e senza nome, quel punto sul collo proprio sopra lo sterno fra quei due muscoli che di nome ne hanno anche troppo, sternocleidomastoidei e che forse proprio per questo ha potuto conservare il fascino arcano dell’ignoto.
Io che ho creduto di dover smettere di amarla quando lei ha smesso di amarmi.
Io che credevo di esserci riuscito e mi sono scoperto ad amarla di nuovo.
Io che l’ho odiata, l’ho dimenticata, cancellata, ritrovata, io che l’ho cercata in ogni donna incontrata, io che l’ho scoperta in ogni sguardo, in ogni sorriso, in ogni voce colta per strada.
Come si può amare senza pretendere di essere amati?
È una follia, lo so, eppure… io sono matto, dicono che io lo sia. Non so distinguere la realtà dalla fantasia, è scrittto da qualche parte, forse su una cartella clinica, o forse una tavoletta d’argilla sumera.
Ma voglio essere folle seì potrò continuare ad amarla, se potrò imparare ad amare senza esigere il possesso, ad amarla così tanto da amare la sua libertà. La sua libertà, si, la libertà di dimenticarmi, di non volermi, di non vedermi neppure, libera, di non desiderarmi, di non pensarmi, libera.
Non mi ami? E allora? Io a mo te…
Sonny O
[inedito medio] – 2013
Ho camminato solo
sulla riva di oceani disseccati
ho camminato solo
lungo i sentieri della via lattea
ho camminato, solo
Ho camminato solo
fra le lacrime e le risate
ho camminato solo
sulle affilate lame della vita
ho camminato, solo
Ho camminato solo
in ogni istante del tempo
ho camminato solo
ma in compagnia di tutti i me stesso
abbiamo camminato, assieme
Sonny O
[la compagnia del cervello] – 2012
Try to forget me
I will try to forgive you
I am the worst part of you
I am your wild side
I am your wild side
Sitting on the grass
under a wicked* half moon
I’ll look for your eyes
Walking hidden in snow
whispering words in the wind
I will call your heart and your mind
For eons I can wait
buried deep inside you
I am the best part of you
I am your wild side
I am your wild side
Sonny O
[inedito] – 2012
*wicked è usato qui in modo ambivalente con significato di malvagio o bellissimo così come la luna mezza che è metà luminosa e metà oscura
(trascritta a memoria, eventuali errori e imprecisioni sono da attribuire al sottoscritto e non all’autore)
ho camminato su un alito di vento
so dove devo andare
ho corso nelle tempeste
ma non so dov’è
Sonny O
luoghi – [2012]
It’s spring
A little voice inside me
saying
Yes, I want…
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho conosciuto persone
senza personalità
io ne ho una
per ognuno di loro
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho visto persone
che non sanno cantare
io ho un intero coro
dentro di me
ho sentito persone che non sanno
stupirsi di un fiore o del cielo
tutto ciò che per me
è sempre nuovo
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho parlato a persone
prive d’amore
troppo vuote di ciò
che trabocco
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante per te
anche se tutte ti amavano?
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]