Frammenti di un sogno che non vuol morire
lacerano le mie mani
Ruvidi cristalli che stringo
con dita sanguinanti
Per non precipitare nell’abisso
mortale quotidiano
Sonny O
Io e altre bestie – (2010)
Frammenti di un sogno che non vuol morire
lacerano le mie mani
Ruvidi cristalli che stringo
con dita sanguinanti
Per non precipitare nell’abisso
mortale quotidiano
Sonny O
Io e altre bestie – (2010)
Il sole, gigantesco e deforme disco arancione nell’atmosfera tremula del tramonto era appena sceso dietro l’orizzonte rischiarando ancora il cielo a occidente. Il terreno a tratti paludoso iniziava già a trasudare una nebbia densa che serpeggiava fra gli alberi trasformandoli in figure evanescenti dai contorni indistinti.
Mi trovavo in una zona dall’aspetto piuttosto anonimo, una terra pianeggiante punteggiata da macchie di alberi frondosi, in cui il tronco spoglio di qualche albero morto sembrava ergersi come monito per la circostante vita vegetale. Nessun punto di riferimento preciso poteva aiutarmi per confermare la mia posizione, ma avevo la sensazione di essere nel posto giusto.
Il grosso corvo imperiale appollaiato sulla mia spalla dava segni di nervosismo. Lo tenni incappucciato e ricontrollai il legaccio che gli assicurava una zampa, non potevo permettermi di lasciarlo scappare. Posai a terra il mio zaino, mi liberai del mantello, dell’arco e della faretra piena di frecce e mi assicurai la spada sulla schiena in una posizione che mi permettesse libertà di movimento. Respirai profondamente e rimasi immobile in attesa di quel breve momento in cui il crepuscolo lascia il posto alla notte, momento di transito tra il mondo della luce e quello delle tenebre. Le istruzioni erano precise, muoversi troppo presto o troppo tardi avrebbe compromesso ogni cosa, la scelta dell’istante preciso era fondamentale. Liberai il corvo dai suoi legacci, attesi ancora qualche secondo, poi gli tolsi il cappuccio e con un movimento del braccio lo feci alzare in volo. Continue reading »