Mag 242010
 

Senza voler fare un’indagine sociologica completa vorrei più che altro lanciare uno spunto di riflessione.

Seguo su Facebook circa un centinaio di amici, ma che postano più o meno  regolarmente sono molti meno e questo è in linea con quanto si dice sempre che nei social network la perentuale di chi interviene attivamente è molto bassa rispetto al totale degli utenti.

Spulciando un po’ di profili di amici ho curiosato su chi scrive i commenti ai post e anche in questo caso chi scrive mantenendo un qualche livello di interattività e quindi un vero legame sociale è molto basso. Sono un po’ di più le persone che clicca su “mi piace”, è più facile cliccare senza dover scrivere.

Di fatto le persone che commentano i post sono più o meno sempre le stesse, ognuno ha alcuni amici che commentano i suoi post e con cui alle volte si crea una discussione, ma molto difficilmente si estende.

E questo vale sia per chi ha pochi amici sia per chi ne ha molti, segno che la qualità dei rapporti è più importante della quantità.

Quanti realmente leggono i miei post? Se ho cinquecento o mille  amici saranno davvero molti di più a leggermi che se ne avessi solo cento meglio selezionati?

Quanto spesso le cose che scrivo sono buttate al vento perché di fatto non le legge nessuno o non le legge il vero destinatario?

Mi vengono in mente tre modalità di scrittura su Facebook:

  1. scrivere quello che mi passa per la testa per la mia voglia di esprimerlo e non importa molto se qualcuno lo leggerà o meno
  2. scrivere pensando ad un target allargato, parlandoe di un argomento che so può interessare alcuni fra quelli che mi seguono
  3. scrivere per una persona specifica, in questo caso il destinatario può essere palese o meno e il messaggio può essere esplicito o in “codice”

Ovviamente se scrivo solo per la voglia di dire qualcosa e non mi importa poi molto se qualcuno mi legge non posso dire che ciò che scrivo è buttato al vento, perché fin dall’inizio non mi interessa particolarmente essere letto da qualcuno.

Se scrivo invece per un target più o meno definito se non colgo alcun feedback mi chiedo legittimamente se non sono stato nemmeno letto. Magari si, ma quello che io ritenevo uno spunto buono per una discussione non è stato ritenuto tale.

Il terzo caso è quello più strano, spesso leggendo gli status degli amici, sia in Facbook che sui programmi di messaging (skype, gtalk ecc.) si leggono messaggi incomprensibili, ma che chiaramente sono ritenui comprensibilissimi per un destinatario particolare. Se poi entrambi i corrispondenti sono amici si può cogliere anche un dialogo spesso in codice, altrimenti ci si accontenta di leggere una serie di frasi sibilline. Però non sempre i messaggi scritti come cambiamento di status vengono recepiti dal destinatario. Magari non li legge nemmeno oppure non comprende o non è certo di essere il destinatario o magari il messaggio troppo criptico non viene interpetato in maniera corretta.

Inoltre c’è sempre qualcun altro che si incuriosisce e chiede il significato di uno status bizzarro e si deve essere pronti con una spiegazione plausibilie.

Anche pubblicare link e specialmente canzoni può essere un modo per parlare con qualcuno in codice, perché le canzoni hanno una forte carica emotiva o magari anche un testo particolarmente significativo. Ma anche questo è un modo di comunicare che probabilmente non centra sempre il bersaglio.

Quindi la mia domanda rimane, quanta parte delle comunicazioni su Facebook si perde nel vento?

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