Passava lunghe ore, immobile, davanti allo stretto abbaino della misera stanza in cui viveva in affitto, osservando lo scorcio dei tetti della città mitteleuropea in cui si era trasferito. Forse non osservava nemmeno più, probabilmente all’inizio, qualche anno addietro aveva realmente guardato con interesse il frammento di panorama che gli si stendeva davanti, ma ora sarebbe più corretto dire che ne era rapito, cadeva in una specie di trance davanti alla finestra, senza compiere nessun movimente, quasi senza nemmeno respirare, restava semplicemente lì.
Solitario e tetro per natura, di una timidezza patologica rafforzata da un aspetto vagamente inquietante era diventato con il passare degli anni sempre meno desideroso della vicinanza di quell’umanità da cui si sentiva respinto.
Qualche anno prima aveva nutrito segretamente la speranza di una vita sociale normale, quando, iniziando i corsi universitari di chimica, si era subito distinto per l’intelligenza brillante che lo aveva reso popolare sia presso gli insegnanti che presso gli altri studenti, a cui passava volentieri i suoi appunti, scritti con una calligrafia minuziosa e accurata, o a cui dava ripetizioni di qualunque materia scientifica. Continue reading »
Un po’ in disparte dagli altri maschi rifletteva sul proprio futuro. Come spesso accadeva si sentiva un po’ fuori luogo in mezzo agli altri, non amava i giochi rumorosi dei suoi compagni o almeno non amava spenderci tutto il suo tempo, preferiva trascorrerlo in biblioteca o collegato al computer; studiava qualunque materia, spaziava in ogni campo sorprendendosi di quanto fosse vasta la cultura della sua specie. Gli educatori non pretendevano molto da loro, si erano limitati ad allevarli e accudirli, insegnando loro a parlare, a leggere e scrivere e le nozioni fondamentali che sarebbero state loro utili per comprendere il mondo e il compito che li attendeva. Ogni tanto qualche gigantesca femmina si aggirava nei dintorni dell’allevamento, per provvedere ai rifornimenti o a lavori complessi che non sarebbero stati possibili senza interventi esterni. In quelle occasioni lui e i suoi compagni si erano assembrati per poterle osservare meglio possibile, mentre conversavano in quel loro strano modo con gli educatori o mentre eseguivano riparazioni e altri compiti incomprensibili. Qualche volta le femmine avevano parlato perfino con loro e quelli a cui era stata rivolta la parola si erano sentiti così fieri che per alcuni giorni se ne erano andati in giro tutti impettiti. L’allevamento era stato la loro casa e fra breve uno alla volta l’avrebbero lasciato per il viaggio finale. Tutti si sentivano eccitati pensando a ciò che li attendeva, anche lui lo era, ma voleva essere sicuro di ottenere il miglior destino possibile. Alcuni di loro sarebbero stati scelti per diventare istruttori delle prossime generazioni, sarebbero rimasti all’allevamento e si sarebbero occupati dei nuovi nati, li avrebbero allevati con amore insegnando loro ciò che sapevano, ma non era quello che desiderava. Continue reading »
Percorsi lentamente il corridoio che separava l’ingresso dalla biblioteca. Ad ogni passo sentivo i capelli rizzarmisi sulla testa, lunghi brividi mi percorrevano la spina dorsale, l’adrenalina correva impetuosa nelle mie vene, ogni pelo del corpo sembrava dotato di volontà propria e tutti assieme sembravano essersi accordati per schizzare fuori dalla mia pelle.
Una corrente gelida usciva dalla porta aperta della biblioteca che lasciava intravvedere alti scaffali carichi di libri, intervallati da pannelli di quercia intarsiati con scene di caccia e di battaglia.
Sapevo già cosa avrei trovato, ma questo non mi aiutava a restare calmo come avrei voluto. Bussai lievemente sullo stipite prima di entrare. Lui mi aspettava, in piedi davanti ad uno scaffale con un libro in mano, l’indice infilato fra le pagine per tenere il segno. Grazie al cielo aveva la testa sopra il collo, una cortesia che mi riservava e di cui gli ero sempre grato.
“Buon giorno dottore” – mi salutò gentilmente – “L’ho sentita entrare in casa, si accomodi la prego.”
“Buon giorno Duca” – risposi – ” stava leggendo?”
Era un uomo dall’aspetto fiero, capelli neri e corti così come la barba ben curata, indossava un abbigliamento da caccia che sarebbe stato all’ultima moda nella metà del ‘600. Si sarebbe potuto scambiare per un attore in costume messo li per intrattenere gli eventuali turisti in visita all’antico maniero o per un eccentrico padrone di casa. Ovviamente se non fosse stato semitrasparente, caratteristica che lo qualificava inequivocabilmente come un fantasma. Continue reading »
It’s spring
A little voice inside me
saying
Yes, I want…
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]
Un segnale sul pannello di controllo richiamò la sua attenzione. Finalmente l’osservatore di seconda classe 097 si era messo in contatto. Il supervisore di terza classe 028 compì l’appropriata sequenza di movimenti per attivare il sistema di comunicazione.
“Osservatore di terza classe 097 a rapporto” – Il sistema di comunicazione inizio a trasmettere i dati sensoriali indispensabili perché la comunicazione fra due funzionari di alto rango si svolgesse fluida e precisa. Il suono era solo una parte del modo di comunicare che utilizzavano, le posizioni del corpo, degli arti, i cambi repentini di pigmentazione della pelle, il movimento della coda e delle creste sulla sommità del capo erano tutti complementi importanti quasi quanto la voce. Senza tutti questi segnali aggiuntivi il messaggio sarebbe stato impreciso fino al limite dell’incomprensibilità. Per le comunicazioni complesse era necessario un sistema di telepresenza tridimensionale che premettesse agli interlocutori di cogliere tutti gli aspetti della conversazione.
Il supervisore attendeva con una certa preoccupazione, aveva inviato l’osservatore di seconda classe dopo che due osservatori di terza classe erano tornati sconfitti, senza essere riusciti a comprendere la struttura sociale della razza aliena che stavano osservando. Si erano dichiarati incapaci di comprendere il mondo che stavano osservando.
Il supervisore sperò di non dover inviare un osservatore di prima classe. Erano gli individui più borderline di tutta la popolazione, in grado meglio di altri di comprendere e adattarsi a situazioni totalmente diverse da quelle a cui erano abituati, ma la loro personalità individualista li rendeva anche difficili da trattare e spesso inaffidabili. Continue reading »
Ieri c’era la coda al negozio Apple, tutti aspettavano di poter acquistare l’IPAD 2.
Ieri mia nipote si è comprata la Nintendo 3DS.
Se ho capito bene una delle grandi novità dell’IPAD 2 è che ha 2 telecamere.
La Nintendo 3DS ne ha 3.
Io non sono un amante dei prodotti Apple, quindi magari sono un po’ prevenuto, ma ho l’impressione che la palma di innovatore tecnologico vada alla Nintendo, non alla Apple.
A un prezzo decisamente inferiore ti danno un display tridimensionale che è davvero notevole, due telecamere per fare foto 3D oltre alla telecamera per fare foto a se stessi, applicazioni ludiche di realtà aumentata tridimensionali molto carine.
Detto questo trovo davvero triste la corsa ad accaparrarsi l’ultimo gadget tecnologico che diventa unicamente uno status symbol e viene totalmente svuotato della sua reale utilità.
In ogni caso sono convinto che in questo momento la Nintendo sia decisamente più innovatrice rispetto alla Apple. Hanno introdotto con la WII una nuova generazione di controller ora la 3DS diventerà l’apripista dei dispositivi con display 3D.
Se dovessi scegliere cosa comprare la mia preferenza andrebbe decisamente alla Nintendo 3DS
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho conosciuto persone
senza personalità
io ne ho una
per ognuno di loro
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho visto persone
che non sanno cantare
io ho un intero coro
dentro di me
ho sentito persone che non sanno
stupirsi di un fiore o del cielo
tutto ciò che per me
è sempre nuovo
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante
per te?
ho parlato a persone
prive d’amore
troppo vuote di ciò
che trabocco
è così importante
che io abbia personalità multiple?
era davvero così importante per te
anche se tutte ti amavano?
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]
motivazione
dopamina nel mio cervello
punizione
dopamina nel mio cervello
soddisfazione
dopamina nel mio cervello
perché vuoi negarmi
la feniletilamina
l’ossitocina non basta lo sai
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]
Tenevi fra la mani un cuore di cristallo
vibrava sinfonico
come un calice al tocco di dita leggere
l’hai lasciato cadere
per volontà o noncuranza
Ora ho un cuore di plastica
funziona
ma non sa vibrare
Sonny O
Cadaveri d’immortali – [2011]
La città era qualcosa di davvero notevole. Non certo per gli edifici in se, tranne uno di cui parlerò più tardi, quanto per la sua forma e per la disposizione delle case. Le case stesse erano praticamente uguali, ad un piano, con una terrazza che fungeva da tetto, bianche, intonacate, pulite, ben tenute. Non erano identiche nel vero senso della parola, ognuna aveva qualche piccola variazione, alcune erano un po’ più grandi, altre un po’ più piccole, con più o meno finestre, ma si trattava sempre di differenze minime che non modificavano l’impianto di base. Erano disposte in cerchi concentrici attorno alla grande piazza circolare che fungeva da luogo di riunione, spazio per il mercato, zona giochi per i bambini. Ogni anello di case era separato da una strada abbastanza larga e degli stretti vicoletti separavano fra loro le case di ogni anello. In ogni anello c’erano sempre almeno due strade larghe che in qualche punto permettevano il passaggio fra gli anelli a tutto ciò che non riusciva a infilarsi negli stretti vicoli, ma non si trattava di strade radiali continue dal centro fino alla periferia, in ogni anello infatti le strade larghe erano in posizioni diverse. Quando un carro doveva percorrere tutta la strada dalla campagna estrena alla città alla piazza o viceversa era costretto quindi ad un lungo e labirintico percorso alla ricerca di strade abbastanza larghe per transitare da un livello all’altro. Continue reading »