Nov 052014
 

Schermata 2014-11-04 alle 23.32.00Sempre più spesso mi capita di vedere dei “siti di merda”. Vorrei poter usare un termine più soft, ma non avrebbe senso, sono proprio siti di merda.

Spesso sono siti di piccole attività, artigiani, professionisti, qualche bed&breakfast. A volte però si tratta di siti istituzionali, siti di eventi anche di una certa importanza, di aziende di un certo rilievo.

Guardando in dettaglio quasi sempre sono siti realizzati in WordPress, usando qualche tema comprato e un po’ pasticciato. Non c’è nulla di male a comperare un tema, ce ne sono di molto belli. Il guaio è che sono belli quando si vedono nella demo di chi li realizza, ma se poi li prendi e i contenuti che hai non c’entrano per nulla, il risultato è come minimo imbarazzante. E così vedi temi nati magari per un giornale on line usati per un sito che ha quattro pagine e quando va bene un post di aggiornamento ogni sei mesi, con un risultato ovviamente terribile. Come si capisce che sono temi comprati? Di solito non sanno come togliere il link all’autore del tema che c’è nel footer del sito.

A volte mi è capitato di trovarmi in concorrenza per un lavoro e poi vedere che è stato realizzato con questa metodologia. Allora vorrei che quando un cliente mi chiede un preventivo per un sito mi dicesse subito se vuole un sito o un “sito di merda”. Nel secondo caso posso decidere di non perdere nemmeno il tempo a fargli il preventivo, oppure posso fargli un preventivo adeguato alla qualità di cui è disposto ad accontentarsi, senza scadere al livello “sito di merda”.

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