Percorsi lentamente il corridoio che separava l’ingresso dalla biblioteca. Ad ogni passo sentivo i capelli rizzarmisi sulla testa, lunghi brividi mi percorrevano la spina dorsale, l’adrenalina correva impetuosa nelle mie vene, ogni pelo del corpo sembrava dotato di volontà propria e tutti assieme sembravano essersi accordati per schizzare fuori dalla mia pelle.
Una corrente gelida usciva dalla porta aperta della biblioteca che lasciava intravvedere alti scaffali carichi di libri, intervallati da pannelli di quercia intarsiati con scene di caccia e di battaglia.
Sapevo già cosa avrei trovato, ma questo non mi aiutava a restare calmo come avrei voluto. Bussai lievemente sullo stipite prima di entrare. Lui mi aspettava, in piedi davanti ad uno scaffale con un libro in mano, l’indice infilato fra le pagine per tenere il segno. Grazie al cielo aveva la testa sopra il collo, una cortesia che mi riservava e di cui gli ero sempre grato.
“Buon giorno dottore” – mi salutò gentilmente – “L’ho sentita entrare in casa, si accomodi la prego.”
“Buon giorno Duca” – risposi – ” stava leggendo?”
Era un uomo dall’aspetto fiero, capelli neri e corti così come la barba ben curata, indossava un abbigliamento da caccia che sarebbe stato all’ultima moda nella metà del ‘600. Si sarebbe potuto scambiare per un attore in costume messo li per intrattenere gli eventuali turisti in visita all’antico maniero o per un eccentrico padrone di casa. Ovviamente se non fosse stato semitrasparente, caratteristica che lo qualificava inequivocabilmente come un fantasma. Continue reading »
Mag 062011