Mar 152013
 

contingo-mani-sito«Io non ti amo»
«E allora? Io amo te»
William Somerset Maugham

Si ritorce nella mia mente…
ritorna, ritorna sempre, si sovrappone agli altri pensieri, si accavalla ad essi, li spinge via, con la delicatezza di un alito di vento  e la forza inarrestabile della marea. Un rampicante che si abbarbica ad ogni pensiero, un albero che cresce occupando lentamente tutta la mia giornata.
Davvero può essere così l’amore?
Posso io amare così? Posso esserne capace?
Io, proprio io, io che ho sempre deriso la gelosia e la stupidità di chi brama di possedere qualcuno, io che ho incontrao lei el’ho desiderata in modo così totale da diventare geloso, alla follia se non fossi già stato folle di lei, ma forse ero già folle anche prima.
Geloso dei suoi sorrisi e delle piccole rughe che facevano nascere attorno ai suoi occhi, geloso dei suoi pensieri, desideroso di esserne parte come lei fa parte dei miei, geloso dei suoi capelli, della sua voce, dei suoi silenzi. Geloso della sua pelle e dei mille percorsi sempre nuovi che le mie dita tracciavano su di lei, geloso delle sua mani, delle sue dita che volevo intrecciate solo alle mie, geloso dei suoi polsi sottili, così dolci da sfiorare con le labbra, così ribelli stretti fra le mie mani , geloso dei suoi piedi, geloso dei suoi occhi e di ciò che guardavano, geloso del suo naso, geloso perfino del suo respiro che anelavo costringere nella mia bocca, geloso di quel luogo misterioso e senza nome, quel punto sul collo proprio sopra lo sterno fra quei due muscoli che di nome ne hanno anche troppo, sternocleidomastoidei e che forse proprio per questo ha potuto conservare il fascino arcano dell’ignoto.

Io che ho creduto di dover smettere di amarla quando lei ha smesso di amarmi.

Io che credevo di esserci riuscito e mi sono scoperto ad amarla di nuovo.
Io che l’ho odiata, l’ho dimenticata, cancellata, ritrovata, io che l’ho cercata in ogni donna incontrata, io che l’ho scoperta in ogni sguardo, in ogni sorriso, in ogni voce colta per strada.
Come si può amare senza pretendere di essere amati?
È una follia, lo so, eppure… io sono matto, dicono che io lo sia. Non so distinguere la realtà dalla fantasia, è scrittto da qualche parte, forse su una cartella clinica, o forse una tavoletta d’argilla sumera.
Ma voglio essere folle seì potrò continuare ad amarla, se potrò imparare ad amare senza esigere il possesso, ad amarla così tanto da amare la sua libertà. La sua libertà, si, la libertà di dimenticarmi, di non volermi, di non vedermi neppure, libera, di non desiderarmi, di non pensarmi, libera.
Non mi ami? E allora? Io a mo te…

 Sonny O
[inedito medio] – 2013

 

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