” Maestro, cos’è la bellezza?” chiesi al Venerabile Maestro Valavan.
Seduti su di una roccia sospesa sopra un lago dall’acqua blu in cui si specchiavano alte montagne stavamo contemplando silenziosamente il panorama. Normalmente mi sarei ben guardato dall’interrompere un Maestro preso nelle sue meditazioni, ma il maestro Valavan aveva abitudini e modi assai particolari e sapea vo che non si sarebbe irritato per la mia domanda.
Rimase silenzioso per un po’ senza distogliere gli occhi dagli intensi colori del lago, poi si girò verso di me e con un sospiro iniziò a parlare.
“Questa volta mi fai una domanda davvero difficile mio giovane amico. – rispose – O meglio, la risposta in se è facile, ma non ri sarà facile accettarla. Non lo è per nessuno, mai.”
“Guarda questo panorama – continuò – solo un folle direbbe che non è bellissimo. Un lago con delle acque cristalline in cui si riflette un cielo di un blu così intenso da farti pensare che non sia semplicemente blu, ma che sia ‘il blu’, piccole nuvolette bianche che contrastando il colore del cielo lo rendono ancora più forte e poi montagne ricoperte di erba e fiori, rocce nude, chiazze di neve. Un silenzio che non è silenzio, ma è la musica del vento, è il lavorio di piccoli insetti, è il grido lontano di un falco, l’odore dell’aria fresca, pregno dei profumi dell’erba, porta in se il sentore di nevi lontane. Siamo immersi in questa meraviglia ed è così bello che fa male al cuore. Lacrime di commozione bagnano gli occhi di chi ha imparato a rinunciare al mondo, perfino i saggi più venerabili resterebbero impressionati da questo spettacolo, eppure…”
Il Maestro fece una lunga pausa, per un attimo pensai che non avrebbe detto altro, invece riprese: “…eppure ci sono persone che non proverebbero alcune emozione guardando queste stesse cose che guardiamo noi.”
“Ho girato il mondo, sono stato in luoghi lontani e incontrato persone di ogni tipo. Ho appreso che popoli diversi e persone diverse considerano belle cose totalmente diverse. Ma anche senza andare lontano e senza cercare con troppa cura sono certo che perfino nel villaggio che abbiamo incontrato più a valle sulla strada, un villaggio di poche anime, riusciremmo certamente a trovare qualcuno che non si volterebbe due volte a guardare quello che stiamo guardando noi”
“Per VEDERE la bellezza non bastano gli occhi, serve molto di più”
“E’ un delicato equilibrio di componenti che ci permette di percepire la bellezza – continuò – in parte è una cosa che si impara, la cultura in cui sei stato immerso fin dalla nascita ti insegna a vedere la bellezza in certe cose e a non vederla in altre, è necessario che la nostra mente riconosca le cose che vede, una cosa che ti è totalmente estranea ed incomprensibile non potrai percepirla come bella. Non intendo capire il funzionamento di un meccanismo o la sua fattura, ma percepirne degli elementi comprensibili. Un mandala dai mille colori potrebbe risultare così incomprensibile a genti che non ne hanno mai visto uno da non rendersi nemmeno conto della sua complessità. Solo chi è in grado di percepire le linee, i colori, le forme e in qualche modo associarle a concetti a lui già noti potrà apprezzarne la bellezza, anche non sapendo cosa realmente sia un mandala e quale sia la sua funzione.”
“Ma la cultura è solo una parte di ciò che ti serve, ci vuole anche sensibilità. Le persone di uno stesso popolo, con lo stesso livello di educazione hanno molte cose in comune, ma prendine due a caso e vedrai che nemmeno loro percepiranno la bellezza allo stesso modo. Uno potrebbe restare estasiato da quello che stiamo vedendo ora e un altro non notarlo nemmeno.”
“Consideriamo bello ciò che si confà ai nostri parametri mentali, forgiati un po’ dalla nostra stessa natura e un po’ dalla nostra cultura”
Il Maestro rimase silenzioso a lungo, ma proprio quando stavo per interloquire nuovamente riprese il discorso:
“Ma scommetto mio giovane amico che la tua domanda non riguardava solamente la bellezza di questo lago, ho l’impressione che tu stia ancora pensando alle giovani figlie del ricco mercante che ci ha ospitati ieri sera.” disse con un sorriso indecifrabile sulle labbra.
“Avete ragione Maestro. – risposi timidamente – Mentre le guardavo ieri sera mi chiedevo perché pur così simili fra loro una mi fosse parsa subito bella fin dal primo sguardo, mentre le altre due non mi attirassero per nulla. Ma dopo un po’ quella che dapprima mi era parsa così bella sembrava quasi sfiorita accanto ad una delle due sorelle che inizialmente non mi aveva per nulla colpito”
“La bellezza delle persone è una faccenda ancora più complessa – riprese il Maestro – infatti non si tratta solamente dell’aspetto esteriore, ma c’è una componente più profonda. A volte nelle persone la bellezza è una qualità interiore, che viene spinta verso l’esterno dalla sua stessa energia interna e mentre fuoriesce contribuisce a forgiare il viso, la lucentezza degli occhi, la forma delle labbra o del naso.”
“La prima figlia, quella che ti ha colpito immediatamente, aveva i lineamenti che ti aspetteresti di vedere ritratti in un quadro. Il suo viso era semplicemente perfetto, forme regolari, proporzioni precise così ben combinate da non sembrare nemmeno reale, ma opera di un’artista. Le altre due non hanno colpito i tuoi occhi perché i loro lineamenti non si adattavano con la stessa precisione alle proporzioni perfette che noi ricerchiamo in un viso. Dico noi intendendo le persone del nostro popolo, popoli diversi avrebbero opinioni assai lontane dalle nostre. Vi sono popoli in cui la bellezza di una donna dipende dal suo peso, più è grassa e più è considerata bella.
Ma pur così perfetta nei lineamenti quella ragazza non possedeva un carattere altrettanto interessante, sebbene intelligente e abile nelle arti. Potrà essere una moglie devota, perfetta per suscitare ‘ammirazione e invidia, ma le mancava qualcosa.
La terza sorella, meno bella e interessante non sfigurerebbe affatto se non venisse oscurata dal contrasto con la perfezione dell’altra.”
“Ma la seconda… la seconda è tutt’altra storia, come tu stesso ti sei accorto”
“Chi rimane legato ai parametri appresi durante la sua vita e non è capace di aprire realmente i propri occhi e guardare senza pregiudizi, senza preconcetti. lasciando che ciò che vede entri in lui ed entrando lui stesso in ciò che guarda non potrà mai avere uno sguardo così affilato da penetrare i veli dell’illusione e percepire la vera bellezza”
“La seconda ragazza non sarebbe giudicata bella quanto la prima, forse nemmeno quanto la terza se si dovesse basarsi su regole precise di proporzioni e misure.
Il naso un po’ grande lievemente storto, la labbra sottili, il mento appuntito, molti non la degnerebbero di uno sguardo. Ma tu stai imparando ad aprire gli occhi e sebbene all’inizio i veli di Maya ti abbiano ingannato dopo un po’ hai iniziato a vedere con maggior chiarezza.
Perché quella ragazza ha un fuoco dentro di se che le riempie le vene di vita e di energia, lo vedi nei suoi occhi, lo vedi nelle sue movenze, nei suoi sorrisi. Il suo viso è forgiato dal suo carattere.
Non è una persona ordinaria, ma davvero straordinaria. E questa energia interna le cambia il viso, non importa se i suoi lineamenti non sono perfetti, rappresentano una bellezza che la sorella non potrà mai raggiungere. La sorella è una ragazza da ammirare come un vaso finemente dipinto, ma lei, lei è pura energia da avere al proprio fianco, da cui farsi sommergere e poi portare in alto, così in alto da non vedere nemmeno più il mondo.
Lei è qualcosa di raro, così speciale che solo pochi se ne accorgeranno. E questa è la tristezza del suo destino. Saranno pochi gli uomini in grado di vedere la sua bellezza, di sentire la sua energia, di provare la meraviglia della sua compagnia.
Son certo che non potrai mai scordare il suo viso, mentre quello perfetto della sorella si confonderà presto in mille altri visi perfetti ed anonimi che ti capiterà di incontrare.”
Questo disse il Venerabile Maestro Valavan.
E come sempre egli sapeva. Mai nel corso dei lunghi anni della mia vita potei scordare il volto di quella fanciulla, mentre ho scordato presto sua sorella dai lineamenti perfetti. E ancora oggi che vecchio scrivo queste memorie il suo viso mi appare limpido e chiaro come se la stessi vedendo ora.
Dalle memorie del Venerabile Maestro Farukh